
Prima dell’autonomia parrocchiale di Gazzaniga, invocata da secoli e ottenuta nel 1830, la chiesa era più piccola (lunga 19 m.), in stile romanico, ed era sussidiaria della chiesa battesimale di S. Giorgio di Fiorano al Serio.
Era stata costruita nel 1457 e dedicata alla Natività di Maria, ma detta anche di S. Maria della Misericordia, istituzione assistenziale che vi aveva la sede insieme ad altre Congregazioni o Scuole, come quella dei Disciplini, del Suffragio, della Concezione, del Rosario.
Dal 1526 le era stato concesso almeno il privilegio di iuspatronato di avere per elezione due propri cappellani stabili che vi potevano celebrare tutte le funzioni religiose, con esclusione dei soli battesimi e dei funerali.
Dopo il Concilio di Trento, vi si teneva, per classi maschili e femminili separati da un telo, la Scuola della Dottrina Cristiana, impartita da Maestri e Sottomaestri, coadiuvati da Silenzieri, Lettori, Bidelli,Portinai, Conservatori dell’ordine esterno, Pescatori dei neghittosi assenti, Infermieri.
Nel 1666 la chiesa di S. Maria acquistò notevole importanza, divenendo meta di pellegrinaggi dopo la traslazione dalle catacombe di Roma delle ossa del santo martire Ippolito, discepolo di S. Lorenzo, ottenuta e donata alla propria chiesa dal ricco gazzanighese Giacomo Gelmi esercitante il commercio in Venezia.
Nel 1710 per custodire e onorare degnamente le preziose reliquie venne costruito un altare-mausoleo col pregiato marmo nero locale che fa da sfondo ai ricchi intarsi policromi e alle sculture in bianco di Carrara, capolavoro di fine eleganza barocca dei fratelli Andrea e Giangiacomo Manni, ticinesi trasferiti a Gazzaniga dove avevano un laboratorio attivo per l’intera provincia.
Tra il 1824 e il 1827, col contributo economico determinante dell’industriale della seta Luigi Briolini, venne eseguito, su progetto dell’arch. Giacomo Bianconi, noto esponente del neoclassicismo in provincia, l’ingrandimento della chiesa, con l’arretramento del presbiterio di 24 m. e l’aggiunta delle due navate laterali. La chiesa così ingrandita divenne parrocchiale nel 1830.
La struttura interna si presenta come un’armoniosa composizione di linee ad arco, tagliate alla base della volta da una prominente cornice rettilinea a fregi classici.
L’aula dei fedeli è a tre navate. Quella centrale è più elevata e coperta con volta a botte divisa da archi ornamentali a sesto leggermente ribassato in cinque settori ognuno dei quali ha una volta a crociera con al centro una medaglia rettangolare in cui fu affrescata da Giovanni Brighenti di Clusone una scena della vita della Madonna (Nascita, Presentazione al tempio, Sposalizio, Annunciazione, Incoronazione).
In ciascuno dei due lati cinque arcate a tutto sesto immettono in altrettante cappelle delle navate laterali, ciascuna coperta da voltino a crociera con al centro medagliette circolari affrescate. Le arcate poggiano su quattro pilastri in muratura con stucchi e lesene a forma di mezza colonna con capitelli corinzi. Illuminano l’aula due finestre semicircolari per ogni settore e una per ognuna della dieci cappelle laterali.
Il presbiterio è a pianta quadrata coperto da cupola semisferica con lucernario e poggiante su quattro archi a tutto sesto decorati. L’arco anteriore è di ingresso trionfale al presbiterio, i due laterali con sfondati più profondi sovrastano le cantorie e quello di fondo si apre nel coro che è a pianta semicircolare.
Nei quattro pennacchi della cupola lo stesso Brighenti dipinse a fresco le figure dei quattro evangelisti; dipinse inoltre le due tele dell’abside raffiguranti la Nascita e la Presentazione al tempiodi Gesù, in mezzo alle quali fu collocata la tela dell’Assunta di Vincenzo A. Orelli. Ai lati del presbiterio, sotto le cantorie sono state collocate due tele di Maino Crespi con le scene della nascita e del martirio di S. Ippolito. Al centro del presbiterio l’altare maggiore reca un artistico tabernacolo in argento sbalzato e sopra la statua bronzea del Cristo risorto dello scultore Elia Aiolfi.
La prima campata della navata laterale di sinistra era occupata dal vecchio campanile, ma nel 1933 vi fu ricavala la cappella battesimale e collocato l’artistico Battistero ligneo trasferito dalla precedente chiesa battesimale di Fiorano. In alto nella lunetta è affrescata la scena del Battesimo di Gesù del pittori Taragni.
Nella seconda campata fu collocato il settecentesco altare del Suffragio, ora dell’Addolorata, adattandovi parte di un antico dipinto con le anime purganti, completato nella parte superiore con la tela della Pietà del pittore neoclassico Vincenzo A. Orelli (1808).
La terza campata ospita la bussola dell’ingresso di ponente e la quarta il bell’altare in marmo nero locale con intarsi policromi del fr. Manni. Da notare sul paliotto l’artistico bassorilievo in bianco di Carrara e nella pala la preziosa tela seicentesca di Francesco Cavagna raffigurante l’Immacolata Concezione, intermediaria fra la terra e il cielo, arricchita da numerosi elementi simbolici riferiti agli appellativi di Maria (porta del cielo, rosa mistica, stella mattutina, ecc.).
La quinta è la cappella del Rosario, con cupoletta ribassata, con l’omonimo altare settecentesco rivolto a sud in una nicchia ad arco nella cui svasatura sono state collocate quindici tele raffiguranti i misteri del rosario.
Nella prima campata della navata di destra c’era la cappella di S. Antonio, ora delle confessioni. Nella lunetta della parete interna della facciata fu eseguito nel 1934 un affresco di Giacomo Belotti raffigurante il Primato assegnato a S. Pietro.
Nella seconda cappella fu collocato un altare dei Manni ospitante la tela della Madonna col Bambino fra i santi Antonio e Francesco Saverio, di Enrico Albrici.
La terza è occupata dalla bussola della parete orientale. Nella quarta fu collocato l’altare di S. Nicola da Tolentino ora del S. Cuore. Una grande urna in ottone argentato contiene la scultura fantoniana in legno del Cristo morto, a grandezza naturale. L’ancona reca una tela di ignoto del ‘600 raffigurante laMadonna col Bambino fra i santi Giorgio, Ippolito, Maddalena e Nicola.
Infine la quinta cappella con cupoletta ribassata ospita il già citato altare con l’urna di S. Ippolito.
Nel 1898 fu costruito il nuovo campanile con l’impiego di grossi conci di calcare locale, grigio chiaro agli angoli e nero negli sfondati. L’imponente ed elegante torre campanaria, alta 54 m., opera dell’arch. Virginio Muzio, presenta alcuni caratteri veneti cinquecenteschi in armonia con diverse case patrizie del centro storico, con un coronamento a linee neoclassiche terminante in un massiccio basamento che regge la statua dorata di S. Ippolito in atto di proteggere la parrocchia.
Nel 1939, in occasione del Congresso Eucaristico di Plaga, furono eseguite le vetrate policrome delle finestre semicircolari delle cappelle laterali raffiguranti i simboli dell’Eucaristia.
Nel 1954 la chiesa prepositurale fu completata con la nuova facciata su disegno dell’arch. Luigi Angelini, che le ha conferito una moderna linearità semplice ma elegante e maestosa. Al centro della facciata fu collocato il portale settecentesco in marmo nero locale, opera dei Fr. Manni.
(Dal volume: Gazzaniga - porta aperta sulla storia – di Angelo Bertasa)