La frazione di Orezzo sorge sul versante meridionale del M. Cedrina, a quota 675 m, nella zona in cui il terreno, facendosi meno ripido, ha indotto nel tardo medioevo a disboscamenti e a insediamenti agricoli e pastorali.

All’inizio del XIII secolo Orezzo figura tra i comuni rurali primitivi della media Valle Seriana che, per avere maggiore peso politico, si aggregarono formando la Congregazione di Honio comprendente i comuni di Rova, Gazzaniga, Orezzo, Fiorano, Vertova, Colzate, Bondo, Barbata.

Questa unione durò fino al 1263, quando il Consiglio Maggiore di Bergamo la sciolse e Orezzo venne inglobato nel Comune federativo di Gazzaniga come pure Rova e Fiorano.

Nel 1428 passò dal dominio dei Visconti a quello della Repubblica Serenissima di Venezia. Fra gli estimati del comune figuravano varie famiglie di “pecorarii” che fornivano a Gazzaniga la materia prima per la produzione dei panni-lana e i cognomi più frequenti erano “Merelis” e “Mafe” o “Mafei”.Sono ancora visibili case coloniche a impianto medioevale e le logge in legno con balconate a intrecci.

Nei secoli XVII e XVIII Orezzo divenne famoso per le cave del calcare nero utilizzato dai Manni come pietra ornamentale, o marmo, e diffuso in tutta la provincia.

Nel 1585 venne costruito l’oratorio della SS. Trinità, che nel 1663, staccandosi dalla parrocchia di S. Giorgio di Fiorano, divenne chiesa parrocchiale con decreto del vescovo Gregorio Barbarigo e consacrata nel 1738 dal vescovo Antonio Redetti. La chiesa, subì successivi restauri e conserva un altare e altri fregi sulle porte laterali di scuola Manni, oltre che preziose antiche tele. Inoltre la frazione è ricca di artistiche cappellette e di affreschi anche su case private. L’artistico campanile fu recentemente (1948) ricostruito e sopraelevato con l’impiego di conci in calcare grigio di una cava del monte Cedrina.

I parroci venivano eletti dalla popolazione che contava nel secolo XVII circa 300 anime. Erano attive le scuole o congregazioni della SS. Trinità, del SS. Sacramento e del S. Rosario, oltre a quella della Dottrina Cristiana.

Per la spinta autonomistica, assai diffusa in quel periodo, nel 1746 Orezzo divenne nuovamente comune indipendente, con un proprio territorio e una popolazione di 75 “fuochi” o famiglie le quali, oltre a cavare il marmo nero, allevavano 1.100 pecore, 20 mucche e 10 cavalli da trasporto, impiegati questi ultimi lungo le mulattiere di collegamento, con i pascoli montani, con Gazzaniga e con le contrade dei Masserini e della Val de Gru.

Nel 1846 la mulattiera per Orezzo fu portata ad una larghezza di 3,5 m passante per S. Rocco e Gromplà, pavimentata “coi bei cogoli del Serio” , cioè acciottolata e fiancheggiata dai robusti muri a secco di cui sono ancora visibili grosse pietre intagliate.

Nel 1927 Orezzo fu di nuovo fusa col comune di Gazzaniga dal governo fascista e l’anno successivo venne costruita la nuova strada provinciale, passante per la contrada Masserini e quindi con minore pendenza e carrozzabile.

La frazione di Orezzo, formata dalle antiche contrade dei Mafe, del Dossello, dei Bergamaschi, di Sottochiesa, di Gromplà e Cattabione, nel periodo post-bellico è stata interessata da un notevole richiamo turistico e da una forte espansione edilizia.

(Sintesi dal volume “Gazzaniga – porta aperta sulla storia”, 1990, di A. Bertasa)