
I primi resti attestanti la presenza umana sul territorio gazzanighese sono riconducibili dell'età del bronzo. Tra questi, i principali sono stati rinvenuti in alcune grotte poste in posizione elevata nella piccola valle del Rovaro (che scende dal monte Rena nei pressi del confine con Albino ed Aviatico), tra le quali spicca la Grotta Corna Altezza. In essa sono state trovate tracce di frequentazioni e sepolture umane riconducibili all'età del rame e resti di animali quali volpi, marmotte e orsi (l'Ursus spelaeus).
I primi insediamenti risalirebbero invece al VI secolo a.C. quando nella zona si stabilirono popolazioni di origine ligure, dedite alla pastorizia, tra cui gli Orobi. Ad essi si aggiunsero ed integrarono, a partire dal V secolo a.C., le popolazioni di ceppo celtico, tra cui i Galli Cenomani.
Tuttavia la prima vera e propria opera di urbanizzazione fu opera dei Romani, che conquistarono la zona e la sottoposero a centuriazione, ovvero ad una suddivisione dei terreni a più proprietari, a partire dal I secolo d.C. Questa opera assegnò appezzamenti più o meno vasti a coloni e veterani di guerra, di origine o acquisizione romana, i quali bonificarono i terreni al fine di poterli sfruttare per coltivazioni agricole ed allevamento di bestiame.
In ogni caso, durante questo periodo, il centro aveva dimensioni molto ridotte con gli abitanti che si basavano su agricoltura, principalmente nella piana del fondovalle, e pastorizia nella zona collinare. Segni di questa dominazione sono riconducibili alle fortificazioni poste sui colli che sovrastano il centro abitato, tra le quali quella posta in località Castello, dove oggi è collocato il cimitero comunale. Questo ricopriva un'importanza strategica, tanto che vi fu collocato un presidio militare volto a controllare la sottostante via che collegava il capoluogo di Bergamo con l'alta val Seriana, in quel tempo importante centro di estrazione mineraria.
Alla dominazione romana si sovrappose e sostituì quella dei Longobardi, che fondarono il loro nucleo (o Fara) presso quella che è l'attuale via Briolini, creando una corte attorno alla quale nei secoli successivi si sviluppò il centro abitato. Anche il significato etimologico è riconducibile a quel periodo: il termine tardo-latino gagium, indicante un'estesa località boschiva recintata o delimitata, venne traslato in Gagianum (utilizzato anche in altri toponimi lombardi, vedi Roncallo Gaggio e Gaggiano) e poi in quel Gagianiga che è il nome con il quale il borgo appare sui primi documenti scritti risalenti all'anno 830, ma anche l'attuale dicitura dialettale.
Con l'arrivo dei Franchi, avvenuto verso la fine dell'VIII secolo, il territorio venne sottoposto al sistema feudale, con il paese che, al pari di gran parte della valle, venne infeudato al Vescovo di Bergamo. In questa fase del Medioevo, soprattutto a partire dall'XI secolo, ebbe a svilupparsi in modo consistente il primitivo insediamento abitativo che, posto in postazione elevata rispetto alla zona alluvionale di fondovalle, venne circondato da mura di difesa con portoni di accesso. Questo nucleo presenta ancora oggi il proprio impianto medievale, con le strutture abitative edificate con grosse pietre e ciottoli e dotate di logge funzionali all'agricoltura. In esso si svolgeva la vita sociale e pubblica, dal momento che all'estremità Est del borgo vi era la piazza principale, detta del consiglio, nella quale si trovavano la casa comunale, la beccheria (luogo dove si uccidono gli animali e si vendono le loro carni), una taverna, una scaletta dove si tenevano le aste pubbliche ed una chiesetta.
Ed è proprio in questa piazza che i capifamiglia più influenti del tempo si radunavano, prendendo le decisioni più importanti per la comunità. La prima, risalente al 1210, fu la scelta di confederarsi con i comuni limitrofi nella Confederazione de Honio, un'istituzione sovra comunale che aveva il compito di gestire i beni indivisi quali prati, pascoli, boschi, sotto il controllo di un feudatario, incaricato dal vescovo di Bergamo, a sua volta investito dall'imperatore del Sacro Romano Impero.
Il passo successivo fu quello di emanciparsi definitivamente dal giogo feudale, redigendo nel 1240 i primi statuti che diedero il via all'esperienza comunale. Le scelte furono affidate ad un'assemblea chiamata Arengo, composta da uomini di fiducia eletti annualmente, i quali a loro volta nominavano gli addetti ai vari ruoli necessari per dirigere la vita del comune. Negli statuti della città di Bergamo redatti nel XIV e XV secolo Gazzaniga risulta inserita nella circoscrizione denominata facta di san Lorenzo, con confini territoriali circoscritti al solo centro abitato, con Rova anch'essa indipendente.
Ben presto tuttavia cominciarono a verificarsi attriti tra gli abitanti, divisi tra guelfi e ghibellini, che raggiunsero livelli di recrudescenza inauditi. L'istituzione comunale, schieratasi con la fazione guelfa, dovette subire numerosi attacchi perpetrati dalla fazione avversa, culminati con il durissimo scontro verificatosi nell'anno 1397, durante il quale gran parte dell'abitato fu distrutto ed incendiato per mano ghibellina. Per contro l'anno successivo, il 10 giugno, furono gli stessi guelfi a danneggiare in modo importante gli avamposti ghibellini dislocati sul territorio, incendiando contestualmente anche gran parte dell'abitato.
In quei tempi vennero costruite o ampliate postazioni difensive, che tuttavia non raggiunsero mai dimensioni paragonabili ad un vero e proprio castello, situate in posizioni di controllo sul paese e sulla valle, ubicate sui tre promontori che sovrastano l'abitato. Il colle di san Rocco, il colle del Castello (presso l'attuale cimitero) ed il colle del Mozzo, andarono quindi a formare un sistema difensivo tanto importante da essere tuttora riportato sullo stemma comunale.
Alla definitiva pacificazione si arrivò pochi anni più tardi grazie all'avvento della Repubblica di Venezia, avvenuta formalmente nel 1428, che diede il via ad un periodo di tranquillità in cui l'intera zona riprese a prosperare, anche grazie alla diminuzione della pressione fiscale ed alla maggiore autonomia.
La Serenissima decise inoltre di eliminare tutte le fortificazioni: le torri furono utilizzate come abitazioni ed i due principali fortilizi (san Carlo e san Rocco) vennero riconvertiti in edifici religiosi. Il momento positivo permise anche lo sviluppo dell'abitato, che cominciò ad ampliarsi anche al di fuori della zona cintata, spingendosi in direzione di Fiorano e delle località di Rova e Masserini.
Nel frattempo, a partire dal 1435, i confini comunali avevano incluso anche i territori di Rova e Fiorano, con quest'ultimo ritornato autonomo già nel 1476.
Si svilupparono in modo notevole i commerci e vi fu nuovo impulso per l'agricoltura, l'allevamento e l'industria estrattiva, facilitata dalla presenza sul territorio di alcune cave di marmo nero, utilizzato per la costruzione di edifici pubblici e religiosi. A ciò si aggiunse la tessitura della lana e della seta, facilitata dalla presenza della roggia dei molini che, derivata dal corso del fiume Serio, permise l'insediamento lungo il suo corso di tre filande e ben nove filatoi, gestiti dalle famiglie Briolini e Gilberti.
Un violento scossone alla tranquillità della popolazione venne dalla violenta epidemia di peste di manzoniana memoria, che tra il 1629 ed il 1631 dimezzò il numero degli abitanti.
Nel corso del XVIII secolo si verificarono prima l'erezione di Orezzo a comune autonomo (1756) poi, in seguito al trattato di Campoformio, il termine del potere della Serenissima, sostituita nel 1797 dalla napoleonica Repubblica Cispadana. Il cambio di dominazione comportò una revisione dei confini, che videro l'unione di Gazzaniga con Fiorano. Unione durata poco, dal momento che già nel 1805 i due comuni vennero nuovamente scissi.
Dopo quattro anni i limiti territoriali vennero nuovamente ridisegnati mediante un'imponente opera di accorpamento dei piccoli centri ai più grandi: in questo frangente Gazzaniga assorbì le vicine realtà di Cene, Fiorano ed Orezzo, che riuscirono a riottenere la propria autonomia nel 1816, in occasione del nuovo cambio di governo che vide subentrare l'austriaco Regno Lombardo-Veneto alle istituzioni francesi.
Nel 1827 venne definitivamente sciolta la Confederazione de Honio, con Gazzaniga che acquisì formalmente tutte le terre collinari e montuose ricoperte dai boschi a Nord dell'abitato.
Di grande importanza per l'economia locale fu l'insediamento di un'importante realtà industriale legata alla tessitura della seta e del cotone, che aveva nella famiglia Briolini il principale referente, che portò un notevole incremento sia dei traffici commerciali legati all'indotto che della popolazione, che i pochi decenni triplicò, passando dalle 1.500 alle 4.500 unità.
Un ulteriore impulso venne dall'apertura della Ferrovia della Valle Seriana, che dal 1884 permise il collegamento di merci e passeggeri da Bergamo a Clusone.
Nel 1927 il regime fascista, nell'ambito di una riorganizzazione amministrativa volta a favorire i grossi centri a scapito dei più piccoli, unì nuovamente Fiorano a Gazzaniga. L'unione durò fino al termine della seconda guerra mondiale, quando nel dicembre del 1947 Fiorano al Serio riacquisì la definitiva autonomia.
Nella seconda parte del XX secolo il comune vide un tumultuoso sviluppo sociale, economico ed urbanistico, che portò ad inglobare le varie contrade in un unico nucleo, con una soluzione di continuità abitativa che coinvolse anche i limitrofi paesi del fondovalle.
Fonte: Wikipedia